I Signori del villaggio di Loceno
L’abitato sorge alla sinistra del torrente Marchiazza nel punto ove la sua corta valle sbocca nella pianura ed è il punto terminale di una breve strada che lo collega alla strada statale che da Gattinara sale a Biella. Il territorio appartenne ad re Arduino e poi a suo figlio Ardicino, ma costui, per essersi ribellato,come il padre,all’Impero e alla Chiesa, venne spogliato di tutti i suoi beni. Risale al 1° novembre dell’anno 1000 la più antica e documentabile memoria di “Forestum de Loceo “ ( da lucus , selva) ed è relativa a una concessione conferita dall’imperatore Ottone II al vescovo Leone e alla Chiesa di Vercelli. Da un documento del 13 marzo 1211 si ha notizia dell’acquisto del “Villaggio di Loceno “ da parte del Comune di Vercelli,che,con atto del 13 maggio 1211, investì i fratelli Burla di Boca dei feudi di Loceno,Vintebbio e Navola. L’istituzione del borgofranco di Gatinaria, decretata dalla credenza di Vercelli il 30 aprile 1242,avrebbe dovuto riunire oltre che l’antichissimo Borgo della Plebe,sito sulla sommità del monte San Lorenzo , con le frazioni Sottomonte e Innosca, Rado con le frazioni di San Giorgio e San Sebastiano e anche Loceno, Mezzano e Locenello.Tuttavia una parte degli abitanti dei villaggi non aderì all’imposizione, e si riparò nel luogo più elevato del colle Loceno(dove ora sorge il Castello ). Non è possibile documentare per quale preciso motivo ciò avvenne,ma certamente è stato questo fatto a creare implicitamente i presupposti per la fondazione del paese di Lozzolo quale entità a sé. Non è ben chiaro a quale giurisdizione sia stato assoggettato il territorio del villaggio,ma si ha notizia certa che nel XIII secolo il vescovo investì di Loceno i Sonomonte. Nel 1302, precisamente il 5 dicembre, il signore Bonifacio Sonomonte cedette per libero allodio,al nobile Simone Avogadro da Collobiano tutto il castello ,edifici,sedimi, tutte le terre colte ed inconte, vigne, pascoli, e acque, possedimenti e tutte le regioni di competenza, più la metà delle decime del paese e del territorio, compresi l’avvocazia e il giuspatronato della chiesa. Il 7 gennaio 1311 l’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo creò Simone Avogadro di Collobiano conte di San Giorgio Monferrato,Collobiano, Formigliana, Massazza e Lozzolo con ogni sorta di onori e prerogative. Il 20 gennaio 1546 Troilo Avogadro di Collobiano,diretto ascendente di Simone,vendette i propri diritti su Lozzolo ( quattro decimi circa del feudo) a Filiberto Ferrero-Fieschi,marchese di Masserano. Questa parte passò poi ai conti di Rho e infine ai Tornielli Rho, discendenti tutti da Margherita Ferrero,figlia di Sebastiano e moglie di Giuseppe Fieschi. Gli altri sei decimi rimasti agli Avogadro di Collobiano, parimenti discendenti da Simone e cognati del predetto Troilo, furono invece alienati dai fratelli Gianbattista, Carlo e Virginio Avogadro di Collobiano a Flaminio Avogadro di Asigliano (dell’antico ramo di San Giorgio ) che fu investito del feudo dal duca di Savoia Carlo Emanuele I il 20 maggio 1602. In linea genealogica il ramo di Collobiano, che portò come titolo principale quello di Lozzolo, ebbe origine da Troilo ( morto nel 1654) figlio di Flaminio, che dispose affinchè il proprio figlio secondogenito Carlo Tommaso e i suoi discendenti assumessero il nome di Avogadro di Lozzolo. Questi si estinsero nel volgere di tre generazioni nel XVIII secolo con due valorosi soldati : Prospero Flaminio conte di Lozzolo ( 1701-1742), capitano dei dragoni di Piemonte deceduto combattendo nell’assedio di Modena il 10 agosto durante la guerra di successione d’Austria; Giacomo Filippo,luogotenente nel Reggimento fucilieri di Sua Maestà il re di Sardegna. Morto senza figli, con testamento datato 30 settembre 1756, nominava eredi i propri cugini Eusebio e Giuseppe (padre e figlio) Avogadro di Collobiano e della Motta.
Il Castello e la Parrocchiale
Non si conosce la data precisa della costruzione del Castello, ma della sua esistenza si ha notizia certa dell’atto di vendita del 5 dicembre 1302. Situato in posizione dominante è deturpato dalle costruzioni che gli sono cresciute accanto. Il lato nord con torretta angolare cilindrica è la parte che meglio conserva l’aspetto originale, nonostante si trovi in miserevole stato di conservazione. Nel XIV secolo il muro di cinta era più basso e munito di merlature a coda di rondine, parte delle quali sono ancora visibili. Il lato orientale è stato deturpato da finestre e balconi. La torre cilindrica dell’angolo sud-est è stata rifatta in epoca posteriore, dotata di loggetta panoramica e intonacata; sotto questa torre si trova l’antica cappella del castello, ormai ridotta a magazzino. L’interno, rifatto nella metà dell’ Ottocento, è stato arricchito di un ampio salone e belle sale ornate e affrescate. La Parrocchiale di San Giorgio era in antico ubicata all’interno del castello. La sua erezione si pone nell’anno 1440 e fin da allora i consignori Avogadro di Collobiano vi tennero un cappellano che esercitava già l’ufficio di parroco nell’attuale chiesa ( che si suppone edificata dai feudatari), dedicata al martire San Giorgio . La conferma di quanto asserito si desume dal libro dei Sinodali, redatto l’anno 1438, ove si legge: “ capella S.Georgii de Loceno debet” mentre in quello dell’anno 1440 la dicitura non è più capella ma “ecclesia S.Georgii de Lozolo debet…”. La chiesa fu restaurata con il sostegno della comunità e del popolo l’anno 1716 e anche nel 1837. Nel 1963 è stata restaurata la facciata. Il pregevole altare in marmo fu eretto nel 1760 e benedetto il 10 agosto dello stesso anno. Questa parrocchia è di libera collazione,come risulta da una visita pastorale del 17 giugno 1666.
Le altre chiese
L’oratorio dei Santi Rocco e Antonio, per la sua posizione tradizionale alle soglie del vecchio nucleo abitato e la dedica al santo fa pensare al periodo della peste abbattutasi nella zona fra il 1629 e il 1632. Alla data del 17 giugno 1665 viene descritto come “ piccolo oratorio dedicato a San Rocco “. L’edificazione va posta fra il 1635 e il 1640 in ringraziamento da parte dei sopravvissuti al terribile flagello. Nel 1747 ( atto del 3 luglio) l’Oratorio di san Rocco è accomunato a Sant’Antonio. Dell’ Oratorio di San Sebastiano,sconsacrato e adibito a deposito, non si conoscono dati certi.
Il Santuario della Madonna Annunziata, risale all’anno 1648. Posto a est del paese in luogo ameno e immerso nel verde, è luogo di meditazione. Il complesso architettonico di pregevole fattura comprende,oltre alla Chiesa con notevoli affreschi ai soffitti, ampi locali un tempo utilizzati per le feste e anche per lazzaretto. Nell’anno 1936 sul colle più alto del territorio, la Rusca Randa (metri 525), ma conosciuto come Mazzucco, gli alpini, con l’aiuto fattivo della popolazione, hanno eretto la Cappella della Madonna del Grappa.